La verità è che la masturbazione, come affermano ancora la stragrande maggioranza degli studiosi (chissà per quanto…), è indice di una scarsa maturità relazionale ed affettiva, di insoddisfazioni nascoste, di disagi e problemi più profondi e radicati a vari livelli… e qui ragazzi stiamo tutti nella stessa barca — ma è lì che bisogna andare a guardare per capire perché, a volte, può sembrare impossibile fare a meno della “mano amica”. Solitudine, difficoltà comunicative con l’altro sesso, sentimenti di malinconia troppo a lungo covati e coltivati, momenti di difficoltà nel rapporto di coppia… Tante possono essere le cause, le zone d’ombra in cui fare entrare la luce di Cristo per essere guariti. Ma tutte queste concause hanno un punto in comune: sono difficoltà di relazione. Perché l’uomo è per sua natura un “animale sociale”, come lo definì Aristotele. Un essere creato per entrare in relazione con gli altri esseri.
“No man is an island” (nessun uomo è un isola) scrisse il poeta inglese John Donne, e la qualità delle nostre relazioni fa la differenza tra un’esistenza realizzata e ben spesa, ed una completamente fallimentare. Gesù ci ha rivelato che lo scopo ultimo per il quale noi esistiamo è amare. Amare Dio e il prossimo, con la stessa misura con cui ci ha amato Lui: fino a dare la vita.
Se quindi siamo stati creati per amare, come potremo essere felici se non abbandoniamo il vizio e la mentalità della masturbazione? Un conto è l’atto esplorativo della prima adolescenza, quando il corpo si trasforma e si devono “prendere le misure” con fenomeni prima sconosciuti, altro è rimanere incastrati per anni, anche per tutta la vita in questo vizio. E’ evidente che il linguaggio della masturbazione va nella direzione esattamente opposta all’amore relazionale. L’amore ha come finalità il rendere felice l’altro. E’ dono totale che porta a uscire da sé stessi, è ricerca di una comunione profonda, senza calcolo e senza attese di un ritorno. La masturbazione è un ripiegamento egoistico volto a un soddisfacimento solitario ed immediato. Chi si masturba abitualmente non sa attendere, non riesce a controllarsi, finisce per usare l’altro come oggetto di una sua masturbazione più elaborata, e questo significa pervertire totalmente il senso del donarsi all’altro gratuitamente, che è proprio del linguaggio dell’amore.
Io sono testimone di come, nonostante la conversione maturata da adulto, un’abitudine alla masturbazione acquisita da single e mai affrontata possa poi riemergere in maniera del tutto inaspettata nel rapporto di coppia. Anche nel più bello e riuscito. Anche dopo anni. E questo ferisce e danneggia il matrimonio. Perché chi è prigioniero di una simile mentalità è un geloso custode del proprio piacere genitale. Lo vuole e lo pretende, non sa stare senza, non può attendere nei fisiologici momenti di astinenza che il matrimonio, ogni matrimonio, a volte impone. Un sacerdote tempo fa mi disse una cosa che inizialmente reputai esagerata: “ogni volta che ti masturbi stai tradendo tua moglie.” Oggi, riflettendoci, so che è vero, perché ho ricevuto la grazia di poter sperimentare il contrario, e c’è una differenza sostanziale enorme tra l’amore sporcato dalla masturbazione, e l’amore reso puro dall’abbandono filiale a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. E questo amore in Cristo è per tutti!
Qualsiasi compromesso alla purezza e alla castità è una caduta sul sesto comandamento, o meglio, sulla sesta “Parola di vita”, secondo la traduzione corretta dall’ebraico. Perché Dio, essendo Verità nella Libertà, non comanda nulla agli uomini, casomai suggerisce: le sue Parole sono consigli di un padre buono che ci vede molto lungo (e avendoci creati, certamente sa meglio di noi come funzioniamo). Consigli che indicano la via da percorrere affinché la nostra vita sia piena, e possa portare frutti di Vita Eterna! Invito quanti stanno custodendo gelosamente il loro vizio a valutarne l’abiezione, e allo stesso tempo a desiderare e chiedere la dignità e la fortezza dei figli di Dio che tutti noi abbiamo ricevuto nel battesimo. Non fuggiamo alla battaglia in atto. Accettiamola, facendoci forti di Cristo!
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