Una battaglia da uomini che si può continuare a vincere — la purezza permanente

by Alex,

Continuo a scrivere sull’argomento della purezza e castità perché, in stato di grazia, ho inanellato una serie di vittorie che mi hanno chiarito progressivamente le idee, convincendomi sempre più che vivere senza masturbazione non solo si può, ma rende più uomini.

“Non parlate male della masturbazione, è fare sesso con qualcuno che amiamo” — Al di là del sorriso che strappa l’arguzia di Woody Allen, se siamo un minimo onesti con noi stessi non potremo non ammettere che mai, dopo l’atto masturbatorio, ci siamo sentiti pieni e soddisfatti, felici e nella pace. Chi può negare che quella promessa di benessere e piacere si dissolve puntualmente in una bolla di sapone, rivelandosi illusoria e lasciando in noi una profonda amarezza, un senso di vuoto e vergogna, e peggio ancora, un sottile disprezzo per noi stessi? Il danno e la beffa vanno sempre a braccetto quando si tratta dei peccati, tanto più se sono sottovalutati e banalizzati, come in questo caso. Al contrario, per ogni “sì” che ho detto a questa chiamata del Signore ad abbandonarmi a Lui nei momenti di forte tentazione, ho sperimentato la certezza di aver fatto del bene non soltanto a me stesso, ma anche a mia moglie. A me stesso, perché ad ogni battaglia vinta, per ogni passo poggiato sulla via del Signore, ho ricevuto edificazione personale, gioia, ed una crescente sensazione di padronanza e autodominio. A mia moglie, perché sto riuscendo effettivamente a prendermi cura di lei in modo più pieno, maturo e vero, come mi ha fatto recentemente notare lei stessa… è come se rinunciare al mio piacere solitario mi abbia reso più capace di entrare in comunione con lei, capendo le sue esigenze e difficoltà.

Dio ci consiglia apertamente di non fare ricorso alla masturbazione, alla “dispersione del seme” di onanistica memoria (Genesi 38,8-9). Lui ci indica la via della castità nello sguardo, nel linguaggio e nelle azioni. Ma dire questo non basta. Non si può desiderare doni come la castità e la purezza se li si interpreta solo come privazioni, esercizi ascetici che ci renderanno più seri, compiti e tristi. Vederla così è inutile e dannoso. Molto meglio seguire i piaceri e peccare grandemente, come diceva Sant’Agostino (che per metà della sua vita lo ha fatto, vagando nelle tenebre dell’errore), piuttosto che intrappolarsi in un cristianesimo di doveri e obblighi, che è quanto di più lontano ci possa essere dall’incontro col vero Dio.

Il Signore libera, dà gioia e pienezza ai suoi figli!

Ogni volta che ho sperimentato l’azione di Dio nella mia vita, c’è stata un’esplosione di gioia e di vita incontenibili, è stato come aver toccato il Paradiso con un dito, altro che privazione di piaceri!

La purezza è un dono Suo. Vivere in uno stato di purezza significa rispettarsi, avere pace profonda nel cuore, luce nello sguardo, rapporti interpersonali più sereni e disinteressati, di qualità migliore! Al contrario, sporcarci con la masturbazione, che siamo single o sposati, laici o consacrati, non ci renderà mai e in alcun modo persone migliori e più felici. Il giorno in cui ho riconosciuto ed apprezzato questa verità, ho anche realizzato quanta spazzatura ci getta addosso il mondo, anche attraverso la voce e l’opinione di “espertoni” e gente titolata: non di rado sono incappato nell’opinione di sessuologi e psicologi che decantano l’utilità della masturbazione, addirittura la sua necessità, con argomenti del tutto campati per aria, figli più che altro del relativismo culturale in atto. Perché l’apparato sessuale non ha un bisogno fisiologico di essere sollecitato “manualmente”. Se ha necessità di mettersi in moto, lo fa da solo mentre dormiamo, attraverso le polluzioni notturne. Paventare rischi per la salute a causa di una mancanza di masturbazione (come ho letto più di una volta) è quindi assurdo e falso, così come è infondata la reazione di quanti sostengono che non sia possibile evitarlo: “non è colpa mia, se non lo faccio sto male” è la scusa. Ebbene, se è vero che non si può stare a lungo senza cibo o senza acqua, è altrettanto vero che nessuno è mai morto per periodi prolungati di castità.

La verità è che la masturbazione, come affermano ancora la stragrande maggioranza degli studiosi (chissà per quanto…), è indice di una scarsa maturità relazionale ed affettiva, di insoddisfazioni nascoste, di disagi e problemi più profondi e radicati a vari livelli… e qui ragazzi stiamo tutti nella stessa barca — ma è lì che bisogna andare a guardare per capire perché, a volte, può sembrare impossibile fare a meno della “mano amica”. Solitudine, difficoltà comunicative con l’altro sesso, sentimenti di malinconia troppo a lungo covati e coltivati, momenti di difficoltà nel rapporto di coppia… Tante possono essere le cause, le zone d’ombra in cui fare entrare la luce di Cristo per essere guariti. Ma tutte queste concause hanno un punto in comune: sono difficoltà di relazione. Perché l’uomo è per sua natura un “animale sociale”, come lo definì Aristotele. Un essere creato per entrare in relazione con gli altri esseri.

“No man is an island” (nessun uomo è un isola) scrisse il poeta inglese John Donne, e la qualità delle nostre relazioni fa la differenza tra un’esistenza realizzata e ben spesa, ed una completamente fallimentare. Gesù ci ha rivelato che lo scopo ultimo per il quale noi esistiamo è amare. Amare Dio e il prossimo, con la stessa misura con cui ci ha amato Lui: fino a dare la vita.

Se quindi siamo stati creati per amare, come potremo essere felici se non abbandoniamo il vizio e la mentalità della masturbazione? Un conto è l’atto esplorativo della prima adolescenza, quando il corpo si trasforma e si devono “prendere le misure” con fenomeni prima sconosciuti, altro è rimanere incastrati per anni, anche per tutta la vita in questo vizio. E’ evidente che il linguaggio della masturbazione va nella direzione esattamente opposta all’amore relazionale. L’amore ha come finalità il rendere felice l’altro. E’ dono totale che porta a uscire da sé stessi, è ricerca di una comunione profonda, senza calcolo e senza attese di un ritorno. La masturbazione è un ripiegamento egoistico volto a un soddisfacimento solitario ed immediato. Chi si masturba abitualmente non sa attendere, non riesce a controllarsi, finisce per usare l’altro come oggetto di una sua masturbazione più elaborata, e questo significa pervertire totalmente il senso del donarsi all’altro gratuitamente, che è proprio del linguaggio dell’amore.

Io sono testimone di come, nonostante la conversione maturata da adulto, un’abitudine alla masturbazione acquisita da single e mai affrontata possa poi riemergere in maniera del tutto inaspettata nel rapporto di coppia. Anche nel più bello e riuscito. Anche dopo anni. E questo ferisce e danneggia il matrimonio. Perché chi è prigioniero di una simile mentalità è un geloso custode del proprio piacere genitale. Lo vuole e lo pretende, non sa stare senza, non può attendere nei fisiologici momenti di astinenza che il matrimonio, ogni matrimonio, a volte impone. Un sacerdote tempo fa mi disse una cosa che inizialmente reputai esagerata: “ogni volta che ti masturbi stai tradendo tua moglie.” Oggi, riflettendoci, so che è vero, perché ho ricevuto la grazia di poter sperimentare il contrario, e c’è una differenza sostanziale enorme tra l’amore sporcato dalla masturbazione, e l’amore reso puro dall’abbandono filiale a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. E questo amore in Cristo è per tutti!

Qualsiasi compromesso alla purezza e alla castità è una caduta sul sesto comandamento, o meglio, sulla sesta “Parola di vita”, secondo la traduzione corretta dall’ebraico. Perché Dio, essendo Verità nella Libertà, non comanda nulla agli uomini, casomai suggerisce: le sue Parole sono consigli di un padre buono che ci vede molto lungo (e avendoci creati, certamente sa meglio di noi come funzioniamo). Consigli che indicano la via da percorrere affinché la nostra vita sia piena, e possa portare frutti di Vita Eterna! Invito quanti stanno custodendo gelosamente il loro vizio a valutarne l’abiezione, e allo stesso tempo a desiderare e chiedere la dignità e la fortezza dei figli di Dio che tutti noi abbiamo ricevuto nel battesimo. Non fuggiamo alla battaglia in atto. Accettiamola, facendoci forti di Cristo!



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