Incontrare l’amore è tutto il contrario di quello che ci aspettavamo. Anche quando la persona che è per te, ti siede accanto, parla con te, ti ascolta e cammina al tuo fianco, non lo riconosciamo e rimaniamo ciechi proprio a causa di queste aspettative … tutto questo prima di aprirsi completamente al Signore e al Suo (non il tuo!) progetto d’amore.
Avevo 29 anni e una storia d’amore da cinque che si trascinava da un pò di tempo.
Fu mia l’idea di confrontarci con una consacrata, e così dopo un colloquio feci le valigie e tornai a casa dai miei genitori. Fu molto difficile perché da sempre pensavo di avere bisogno di qualcuno per reggermi in piedi. In questo stravolgimento di vita mi rivolsi al Signore con cui da un pò c’era solo un rapporto un po’ distaccato. Così andai a messa con la necessità di capire cosa dovevo fare.
La parola del vangelo era “Talita-kum” e il sacerdote nell’omelia disse: “non importa se non ce la fai ad alzarti, sono Io che te lo dico, ALZATI!”. Per la prima volta capii che il Signore stava parlando proprio a me; fu una folgorazione. La mia storia con il ragazzo finì e anche se fu estremamente difficile, sentii che avevo Gesù dalla mia parte. A ridosso dell’estate arrivarono i problemi pratici, e visto che detesto il caldo e la solitudine estiva, dovevo metterci una pezza. Così leggendo la posta elettronica mi imbattei in quella dei Frati Minori dell’Umbria che invitavano i giovani alla marcia francescana. Premetto che non frequentavo i corsi ad assisi da 5 anni e non sapevo assolutamente cosa fosse la marcia, ma decisi di buttarmi. Arrivai alla marcia molto carica di aspettative; stare con tanti giovani come me era davvero una bellissima esperienza ed era questo che volevo: conoscere gente nuova e cambiare aria. Non mi sarei mai e poi mai aspettata che questo piccolissimo “si” avrebbe cambiato completamente la mia vita.
La parte più difficile fu abbandonarmi a Dio, togliendo le mie difese, aprendomi con le mie debolezze e accettare di camminare da sola in salita senza nessuno che lo facesse per me o che portasse un po’ del mio peso. Io da sola: la cosa che mi faceva più paura. Il mio arrivo in Porziuncola è stato un “Si! credo in te e non lo metterò più in discussione!”, e conoscendo la mia testa dura fu per me uno scoglio durissimo. Finita la marcia feci un colloquio con un Frate che mi disse:” hai qualcosa da fare quest’estate?” e sapendo bene quale sarebbe stata la mia risposta, mi propose di fare il corso “Alzati e cammina”. Ben presto scoprii che iniziava 11 giorni dopo. “Aiuto!! E no dai … va bene la riconversione ma altri giorni ad assisi no”. Ne parlai con un ragazzo conosciuto in marcia e mi disse “Dio vuole amarti adesso!” e così mi lasciai convincere. Il corso andò bene e conobbi un pò di ragazzi/e di Bologna e organizzammo una rimpatriata per settembre nella nostra città.
La sera dell’appuntamento fecero tutti ritardo, tranne M che al corso faceva il servizio e con cui avevo scambiato solo un paio di parole. Così da brava donna che inonda chiunque incontra di parole e fatti personali, gli raccontai di due ragazzi che nell’ultimo periodo avevo conosciuto e si erano comportati in modo assurdo con me. Erano due situazioni che avevano talmente dell’assurdo che anche se c’ero rimasta male, mi ero soffermata più che altro a ringraziare il Signore perché me l’aveva fatto capire subito che non erano per me e che grazie a questo stavo imparando tante cose. Così M ascoltava, annuiva e anche lui mi raccontò un pò della sua storia. Io in quel momento ero presa da me stessa e dalle mie storie strane e neanche guardavo in faccia quell’uomo tanto paziente e disponibile.
Così M mi invitò a fare volontariato e ogni volta che ci vedevamo parlavamo volentieri, ma io continuavo a vederlo come un amico. Durante un colloquio il Frate mi diede da leggere “Chiamati alla gioia, chiamati all’amore!” di Mimmo e Cinzia Armiento. Per la prima volta sentii parlare di innamoramento in una maniera opposta a quello che mi ero figurata io fino a quel momento. Quando conoscevo un ragazzo per me tutto doveva svolgersi come un “copione” che mi ero costruita negli anni e, se non lo percorreva io non ero innamorata. Credo che l’interesse per l’altro passasse più da cosa succedeva che da com’era la persona in realtà.
Per me fu davvero la svolta.
Con M ci sentivamo a volte per sms e il sentirsi comincio a diventare più quotidiano. All’inizio non diedi molto peso a questo nuovo rapporto, ma piano piano le cose che ci dicevamo divennero più interessanti e profonde, perché lui è come se toccasse luoghi profondi di me a cui avevo rinunciato da anni credendo che fossero solo miei e che nessuno li potesse visitare. Così una sera lui mi invitò ad uscire (di solito ero sempre io ad invitare prima l’uomo). Lui mi corteggiava e io non sapevo gestire questa cosa. Non ero io che dovevo rincorrere, sbracciarmi per farmi notare e lottare per fare in modo che non se ne andasse, lui era li per sua volontà. Che regalo meraviglioso! Fu molto difficile per me lasciarmi andare a una storia nata in maniera contraria alla costruzione del mio cervello ma scoprire che si può avere di meglio è impagabile. Dopo un paio di mesi ci mettemmo insieme e ora siamo a 9 mesi.
Ho voluto raccontare la mia storia per condividere ciò che mi ha cambiato la vita, credo che Dio mi abbia condotto in poco tempo a cambiare completamente. Mi ha portata su una strada che io non conoscevo e io ho cercato di camminare con lui. Dopo aver letto il libro mi sono fermata e mi sono fatta delle domande: Tu cosa cerchi? quali caratteriste cerchi in un uomo?. Pensare e poi agire, chiedere a Dio di cambiare i miei desideri e aprire gli occhi su chi o cosa mi stava attorno e avere coraggio di mettersi in gioco: questo è ciò che ho chiesto al Signore.
Sara
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