Sebbene sia buono mettere dedizione in ogni cosa, l’ultima parola sulla tua vita non ce l’hai tu — Sorry not this time! — Ed io non è che lo capissi proprio bene. Ero caparbio , diciamo pure cocciuto. Messa in testa un idea buona la dovevo perseguire fino alla fine, costi quel che costi. Perché la vita è una scalata e per arrivare in cima è necessario impegno, sudore, fatica, a volte il sangue!
Tutto vero.
Ma quel che il frate tentava in ogni modo di farmi arrivare è che sulla mia vita c’è un progetto. Sulla tua vita c’è un progetto … ed è un progetto d’amore. E questo progetto non lo realizzi da solo, non devi realizzarlo da solo. Almeno questa non sembrerebbe l’idea del tuo Creatore.
Ti fidi di me?
Questa è la frase che dice Aladdin a Jasmine per invitarla a fare un giro sul suo tappeto magico; ma questa è proprio la frase che nostro Signore ogni giorno ci sussurra all’orecchio e aggiunge anche “non temere” e “nulla è impossibile a Dio” … una volta che compi la sua volontà e la porti avanti. È il bene per te e sei aiutato in ogni modo per realizzare quel bene.
Sempre volli
Ma queste cose le sto incominciando a capire solo ora. Prima di incontrare Alessandra ero tutto proiettato sugli sforzi di volontà (ed in parte anche oggi). Gli sforzi spirituali che facilmente si trasformano in ernie spirituali come dice don Fabio Rosini.
Al tempo del discernimento vocazionale, frequentavo molto Assisi, i corsi, i ritiri. E come tutti, tornavo a casa pieno di entusiasmo, pieno di buoni propositi spirituali. Avevo conosciuto una ragazza al tempo e le avevo parlato di che bella esperienza fosse Assisi, che doveva andarci. In breve si appassiono’ anche lei. Questo ci uni’ ancora di più perché nella nostra realtà eravamo gli unici a fare un cammino di questo tipo ed a un certo punto usci’ l’inevitabile. La fatidica domanda. Tu sei interessato a quello che sono interessato io, abbiamo la stessa sete spirituale, cerchiamo le stesse esperienze … perché non ci mettiamo insieme?
Tutto fila.
O almeno in teoria. Nella pratica la nostra relazione degenero’ e anche abbastanza rapidamente. Lei era carinissima con me, ma a me mancava l’aria. Non era quello che volevo. Mi sentivo stretto all’angolo. Tutto da un punto di vista razionale spingeva in quella direzione: ragazza carina, stessi interessi, ti vuole bene — tutto apposto.
Ma io stavo male.
E di fronte all’evidenza non mi davo pace e non ci andavo tanto leggero. Mi dicevo “sei sempre il solito stronzo”, “hai il cuore foderato d’amianto”, “non vali niente”. Ero a pezzi. E più andavamo avanti e più stavo male. La mia reazione fu solo proporzionale al mio genio. Mi incaponii che questa relazione doveva funzionare, che dovevo cambiare, che il problema ero io … e giù di li in questa maniera. “Sempre volli”. Stavo mettendo tutto me stesso in questa battaglia, arrivai a dirmi “ama il tuo nemico!” (riferendomi a quella povera ragazza). Finche’ tutto fini’ a schifo … ci lasciammo senza motivo apparente, e per la prima volta arrivai a chiedermi cosa desiderassi veramente da una storia d’amore.
Non ci vuole una laurea per vedere che ci eravamo messi insieme con i presupposti sbagliati. Avere gli stessi interessi non c’entra! Ci volle ancora un po’ per capire che si sta insieme perché ti voglio rendere felice di amore gratuito e non per altro (piuttosto basic come concetto ma io non c’ero arrivato …).
La mia o la Tua volonta?
E qui sta la soluzione della storia. “Sempre volli” non andava perché era uno sforzo di volontà per seguire una mia idea, un mio progetto. Sembrava nella mia testa che filasse tutto così bene che non era necessario chiedere consiglio al Principale … o allo Spirito Santo che poi è la stessa persona. Chiedere se la mia idea rispecchiasse il progetto che era stato pensato su di me. Ma in realtà anche umanamente era chiaro. Mimmo e Cinzia ci hanno preso in pieno ad Ingannevole come l’amore quando chiedono se la tua è una storia d’amore o una storia di stress.
Ho provato a scrivere sui segni che osservo per comprendere la volontà di Dio. Al primo posto fatti concreti. Ero triste, punto. Avoja a raccontarmela che io così o colì … ma alla fine della storia tutto si riassume in — ero triste — la gioia e la pace sono le prime conferme che si cammina sulla strada giusta. Perché la fatica è fatica ed il dolore è dolore, ma col Signore tutto si vive nella pace.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. Mt 11,30
Al primo posto c’è sempre il Signore. Capire fino in fondo dove ci vuole condurre e dove passa la nostra storia di salvezza. Lasciarsi amare. Avendo la fiducia che c’è un Padre che si sta già occupando di noi. Fermare la guerra, risolvere la fame nel mondo e vincere lo scudetto sono tutte missioni belle e sante ma il punto è domandarsi quale sia la tua missione, che potrebbe semplicemente essere portare il camion (o portare i bimbi ogni giorno a scuola che nel nostro caso è la stessa cosa), ma se è li’ il tuo posto quella è la tua occasione per salvarti e per salvare le persone che hai accanto. Lo so, non sempre è facile avere questa lucidità.
Quindi buon camino ed un saluto particolare a chi come me soffre di sforzi di volontà senza consultare prima il Principale!
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