La felicità è una scelta

by Ruvido,
La felicità è una scelta

Ti affanni tanto a ricercarla eppure non è mai accanto a te. La desideri ma non ti comporti come se la volessi. La vedi negl’altri, la sogni, la vivi per un momento, per poi perderla di nuovo per una sciocchezza. Aldilà di ogni finzione, alla domanda “cosa desideri di più per la tua vita?” ognuno di noi risponde “essere felice”. Ecco, è il momento di sceglierlo. Continua a leggere.

Il treno della vita è passato e tu l’hai perso. La tua occasione è andata. Come quella storia d’amore in cui credevi, che ti eri convinto fosse la svolta della tua vita: è finita l’altra sera con un “rimaniamo amici”. Forse il dolore ha bussato alla tua porta, una perdita, una persona cara se n’è andata quando ne avevi ancora bisogno, così senza motivo nel silenzio della notte. O ancora più semplicemente ti guardi allo specchio e ti fai schifo. Ti fa schifo il tuo corpo, il modo in cui sei, il modo in cui hai vissuto, una ferita che non si rimargina. Allora ti convinci che la vita è così, che la felicità non è per te. Incominci a guardare con distacco la vita, magari con cinismo, oppure da vittima — capitano tutte a me. Ed incomincia la solfa dei se … se mio padre … se a scuola … se, se. Vorresti uscire da questa morte, ma sembra non esserci via di scampo.

Ecco ti annuncio una grande gioia!

La felicità non dipende dai fatti della vita, dal tuo successo, dai tuoi fallimenti e nemmeno dal tuo corpo. E questo non lo dico io. Guarda la serenità dei santi di fronte alla malattia, davanti alla morte (!). Leggi il cantico delle creature, S. Francesco lo compose proprio nei momenti più sofferti alla fine della sua vita, piegato dal dolore (“Altissimo, onnipotente, bon Signore …”). Oppure guarda alle tante madri che sono andate incontro alla morte felici di dare la vita, come Gianna Beretta Molla. Oppure ancora come Nick Vujicic, nato senza gambe, ne’ braccia, guarda il suo sorriso, guarda la sua gioia … da dove viene? Cosa ha lui più di te?

Anche io ero stretto nella tristezza quando ascoltai per la prima volta queste parole:

Rallegratevi nel Signore sempre, il Signore è vicino, non angustiatevi per nulla. (Fil 4, 4-6)

Paolo usa l’imperativo rallegratevi. Questo non è un consiglio, un suggerimento — è un ordine! E’ una scelta da prendere. Così anche fu detto ad Ezechiele:

«Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. (Ez 37,3-5)

Profetizza, vuol dire, vai oltre questo dolore, questa mancanza. Guarda al progetto di Dio!

E di fronte a queste parole si possono avere due atteggiamenti. Il primo si può riassumere nella risposta — se vabbe’. Criticando tipo: “me la ridai tu questa persona che ho perso”, oppure “me la curi tu questa malattia”, oppure “io non ce la faccio, non è per me”. Io dico, ma veramente pensate che l’apostolo Paolo o le persone a cui stava predicando stessero in una condizione migliore della tua? … Il secondo atteggiamento invece è quello dell’ascolto. Dell’ascolto del cuore. Perché in fondo al cuore queste parole risuonano vere, risuonano desiderabili. Vorresti veramente che fossero vere, che si potessero realizzare per la tua vita. Non sai come fare certo, non sai dove mettere le mani, magari hai paura di fidarti (ci mancherebbe!). Eppure in fondo al cuore vorresti che queste parole fossero veramente per te.

Al bivio, quando ascoltai questo annuncio decisi di azzittire il mio sabotatore interiore ed incominciai a credere che questo annuncio fosse proprio per me, che si potesse realizzare nella mia vita. Ecco, se prendi questa strada stai già profetizzando sulle ossa inaridite della tua vita. Guardandomi indietro due furono gli elementi che mi aiutarono a camminare per questa via: La preghiera e il riconoscere l’azione dello Spirito nella mia storia.

Prega

“Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?” ecco come Totò ridicolizza tante nostre domande. Il Signore stesso è “gioia piena” (Sal 15) quindi è il caso di iniziare da Lui. Cercandolo, incontrandolo, ma soprattutto ascoltandolo, con la certezza che Lui sta già alla tua porta e bussa. Come fare? Inizia dalle cose semplici: la messa quotidiana, la liturgia delle ore, il vangelo del giorno, non importa cosa fai, basta che parti da qualcosa. E fonda la tua preghiera sulla Parola, sulla frequentazione assidua della Parola. Leggere la Parola è ascolto ed è questo che importa: ascoltare cosa Lui ha da dire sulla tua vita. Le tue sofferenze il Signore le conosce tutte, quindi fai silenzio, è il momento di ascoltare. Spendi del tempo ogni giorno con la Parola. Puoi partire ad esempio dal Vangelo quotidiano per poi continuare a scrutare le scritture seguendo i rimandi ai passi correlati (vedi la Bibbia di Gerusalemme oppure laparola.net).

Lasciandoti leggere dalla Parola, ci saranno dei passi che incominceranno a colpirti. Scrivili su un quaderno e segnati la data. Se vuoi puoi aggiungere anche un breve commento su perché ti ha colpito quel brano. Quando ti colpisce una parola, serbala nel cuore e ripetila durante la giornata. Vivi le tue giornate alla luce di quel brano (Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Sal 118).

(Ri)conosci la tua storia di Salvezza

Il secondo punto fondamentale è fare memoria. Prendi la tua storia con i suoi fallimenti e le sue delusioni ed incomincia a rileggere quei fatti con gli occhi di Dio. Che vuol dire? Tutto ha un senso nella vita. Le delusioni della mia vita mi permettono oggi di scrivere queste parole. Se non avessi vissuto quello stato di tristezza, ora non sarei qui a scrivervi. Allo stesso modo, ciò che hai vissuto ti ha formato come uomo e come donna. E ciò che sei è ciò che puoi donare ora ai tuoi fratelli.

Fare memoria vuol dire in particolare vedere come la Parola ha guidato i tuoi passi negli anni. Se non riesci a ricordare nessun brano che ti ha colpito in passato, è segno che ti devi rafforzare nell’ambito della preghiera e nell’ascolto della Parola. Infatti il Signore parla a tutti coloro che lo ascoltano con cuore sincero (Sal 144; per ascoltare chiaramente è necessario fare silenzio).

Se camminerai su questa via con costanza e decisione, col tempo la preghiera ed il fare memoria si andranno sempre più rafforzando e fondendo dove uno aiuterà l’altro a fare sempre più chiarezza nella tua vita. La felicità è una scelta, incomincia il cammino. Incomincia da oggi.


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