Marito da una settimana, cosa è cambiato?

by Guest,
Marito da una settimana, cosa è cambiato?

Dopo un anno di preparativi (da buon meridionale è il tempo minimo), dopo il Grande Giorno, dopo una settimana da sposo, in viaggio di nozze mi domando — Com’è cambiata la mia vita? E quella di mia moglie? Come vivo il mio essere marito?

Qualcuno penserà: “… ma goditi il viaggio di nozze e non pensare a niente”. Purtroppo mi piace vivere intensamente i passi della vita, gustandoli e riflettendo su come essi parlino di Lui. E proprio questo andare in fondo alle cose ha permesso a me e a Marina nel fidanzamento di superare molte incomprensioni e divergenze, capire che spesso si trattava di prove volte a rafforzarci più che a dividerci. Per comprendere tutto ciò, però, abbiamo dovuto fermarci, ascoltarci e convertirci ogni giorno l’uno all’altro, ribaltare il nostro modo di vedere da “io a noi”, un noi che dopo il Matrimonio non è più noi due — ma noi tre. Questo, per un orgoglioso come me, voleva dire lasciarsi amare accettando che l’Amore costa fatica, ma attraverso ciò ho potuto sperimentare che esso ha la forma e il profumo della Croce. Come la Croce, anche l’Amore, o si sceglie di viverlo incondizionatamente e “nonostante tutto” oppure non si sta amando, bensì solo volendo bene.

Oggi da sposo per esempio mi accorgo ancora di più di quanta ricchezza ci ha donato “la fatica” (… e non diciamo che non costa fatica) di vivere un amore casto nel tempo del fidanzamento, che ora ci è chiesto di proseguire in una forma nuova, ma che ci permette sempre di guardare all’altro, ora mia moglie/mio marito, come ad una creatura che non possiedo e di cui solo così ne posso scorgere tutta la sua bellezza e il suo mistero.

Ma ritorniamo alla domanda iniziale: “Come cambia la mia vita da marito?”

Prima del matrimonio avvertivo che stava per accadere Qualcosa di Grande, mentre adesso sento nel cuore che quel Qualcosa di Grande ci unisce. Nei primi giorni della luna di miele Marina si domandava con preoccupazione come poter diventare una buona moglie, allora abbiamo cercato insieme di trovare una risposta. Siamo giunti alla conclusione che il divenire marito e moglie non è l’acquisto di un nuovo ruolo o di un nuovo status, marito e moglie non ci si diventa facendo qualcosa di particolare, bensì continuando ad amare l’altro/a in una quotidianità condivisa e certi che la Grazia del Suo Amore sigilla il nostro.

D’altronde penso ai discepoli, che dopo la Sua Chiamata si sono messi in cammino con Lui, senza sapere che cosa avrebbero dovuto fare o dove il Signore li avrebbe condotti. Ma nonostante ciò e con diversi dubbi essi hanno proseguito questo cammino, vedendo la propria quotidianità riempita dalla presenza del Signore che camminava accanto a loro, ribaltando la loro vocazione da pescatori a pescatori di uomini.

In viaggio di nozze, in una quotidianità caratterizzata da cose estremamente belle e lontano dagli impegni personali, dal lavoro e dalla gestione di una casa, ho iniziato ad assaporare lo 00000,1% della nostra vita sponsale, vivendola in modo particolare in quei cinque minuti di preghiera mattutina e serale, nello svegliarsi e avere mia moglie accanto. Si, proprio quei cinque minuti di preghiera fatti assieme ad inizio e fine giornata sono il primo passo che mi ha permesso di rendermi conto di aver proseguito il cammino dal fidanzamento al matrimonio. Il primo tassello, la pietra su cui poggiare la nostra vita. È davvero magnifico l’incrociare le mani e iniziare a dialogare con Lui, per sentire la Sua Presenza in noi.

Quella Croce ogni mattina e sera diventa un segno che ci avvolge nel corpo e nello spirito. Quel segno per ricordarci quel sigillo, quel sacramento che ha capovolto il noi due in noi tre, imparando a guardare da 2D in 3D per usare un linguaggio moderno.

Così come i discepoli, anche noi non sappiamo su quali strade Lui ci condurrà, ma in riva al mare ci piace guardare le altre famiglie e immaginarci insieme, convincendoci sempre di più che non possiamo avere la condizione ottimale, lavorativa o economica, per essere una buona famiglia o per fare delle scelte come quella della maternità o paternità (se il Signore vorrà), che non tutto può essere programmato da noi, ma occorre lasciare spazio al Creatore e alla Provvidenza, sì proprio a lei, che abbiamo elogiato il giorno del nostro Matrimonio con il Vangelo scelto:

Non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?

Tutto questo lo abbiamo imparato anche grazie a quelle persone e famiglie che il Signore ci ha fatto incontrare nel nostro cammino che con le loro scelte evangelizzano Lui, nella Letizia, nell’Umiltà, nella Bellezza senza sentirsi maestri ma solo testimoni. Tutti voi amici affideremo a Maria nella nostra prossima tappa di questo viaggi di nozze, a Medjugorje.

Anthony


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