“Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”Mt7,24-25
Su consiglio di mia sorella maggiore, decidemmo di comune accordo di partecipare ad un corso ad Assisi, sui Fondamenti biblici dell’amore. Non ci aspettavamo niente da quel corso, eravamo solamente curiosi di ascoltare le parole di quei frati di cui tanto ci avevano parlato.
Fu un corso di quattro giorni, una catechesi dopo l’altra, poche pause, fu un’esperienza molto intensa. Si parlava di un amore, un amore SPONSALE e di un fidanzamento AUREOLATO. Il Vangelo che ci colpì maggiormente fu quello di Matteo “chiunque ascolta queste mie parole è come un uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia”, anche noi volevamo costruire la nostra casa sulla “roccia”. Anche noi volevamo quell’amore: un amore che basava il proprio fondamento su Gesù Cristo, un amore che puntava alto, che puntava dritto al sacramento del matrimonio.
Il corso terminava con un “FISSATE LA DATA, NON ABBIATE PAURA, LA PROVVIDENZA VI AIUTERA’”. Noi la data la fissammo, lui appena laureato e purtroppo senza soldi messi da parte per pagarsi il matrimonio ed io dovevo ancora finire gli studi. Ci sentivamo pazzi, ma era bello sentirsi così, pazzi dell’amore l’uno per l’altro, pazzi dell’amore e della fiducia in Gesù che ci avrebbe aiutato.
Capii che il Signore facendoci ascoltare quelle lunghe catechesi, aveva messo nei nostri cuori il desiderio di unirci in matrimonio… da quel momento è “entrato” nella nostra storia e non ci siamo più domandati come avremmo fatto, cosa avrebbero pensato le persone della nostra scelta, insomma, non ci sentivamo più soli.
Nei mesi seguenti le critiche si fecero sentire “ma perché sposarsi così giovani”, “ma come fate a sposarvi senza soldi?”, “come fate a mantenervi senza un lavoro?”, “che cosa è tutta questa fretta?”, “perché non convivete prima?”. Non nego che queste domande ci facevano male, a volte il demonio fa di tutto per ostacolarti, ma con noi fortunatamente non ci è riuscito… pur se qualche volta feriti, continuavamo sulla nostra strada, certi che il Signore non ci avrebbe abbandonato, certi di aver puntato sulla “cosa giusta”. Nei momenti di sconforto e di paura aprivamo la Bibbia e leggevamo il Vangelo di Matteo:
“Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete”Mt6,25
e la gioia e la pace per il passo che stavamo facendo ritornava nei nostri cuori.
Dopo questo corso ad Assisi che come è evidente ci cambiò radicalmente la vita, ci si mise pure un tal Don Fabio Rosini con il suo corso di preparazione alle nozze. Sì, era tutto bello tra di noi, ci amavamo, ci stavamo sposando, stavamo partecipando ad un corso prematrimoniale di un anno e mezzo… eravamo pronti, ma continuava comunque a mancarci qualcosa… e quel qualcosa era un argomento che avevamo sempre scartato a priori…
L’argomento castità
Lo avevamo affrontato ad Assisi “L’AMORE DEVE ESSERE CORTO E CASTO”, ma sinceramente non c’è mai stata l’intenzione né da parte mia né sua di provare questa nuova strada, è sempre stato un “tanto ormai” ed un “no” categorico.
Anche qui il Signore ci ha mostrato la via da seguire, e la chiave per colmare quel vuoto che ancora sentivamo, senza dirci nulla gli abbiamo obbedito, sicuri che anche questa decisione sarebbe stata un’altra prova del nostro amore.
La scelta di vivere gli ultimi mesi del nostro fidanzamento in castità è stata una Grazia, non è stato facile è vero, la preghiera ci ha aiutato molto. Abbiamo sperimentato un amore diverso, un amore in cui uno sguardo, una carezza, un bacio, un abbraccio li vivi con tenerezza, un amore in cui dopo una litigata parli ore ed ore per chiarirti, un amore in cui le serate le passi a guardare i film abbracciati, un amore in cui anche se ti vedi tutti i giorni hai sempre qualcosa da raccontarti. Abbiamo imparato a rispettarci, a prenderci cura l’uno dell’altro, abbiamo imparato ad aspettare ed è stato bellissimo. E’ stato il più bel regalo che ci siamo fatti!
“Amare è essere disposto a morire per l’altro è da dare la propria vita per l’altro” ed io non vedevo l’ora di donare la mia vita a Jacopo…
Siamo arrivati al 30 Maggio 2015, carichi di preghiera, con una voglia incredibile di diventare marito e moglie, di fondare la nostra “piccola chiesa”, la “nostra casa sulla roccia”… è stato il giorno più bello della mia vita. Ci siamo abbandonati alla Provvidenza, ci siamo fidati e affidati al Signore e siamo riusciti in semplicità a realizzare il nostro sogno più grande.
Sono passati quasi cinque mesi dal matrimonio, sono sua moglie e voglio esserlo per sempre. Non abbiamo paura di quello che la vita ci riserverà, perché abbiamo un Padre che ci tiene per mano e non ci lascerà mai.
Valeria
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