Siamo al 19 dicembre e ancora non abbiamo fatto il presepe a casa e l’albero. È uno dei pochi natali che passeremo a casa tranquilli. Di solito il Natale era quel periodo in cui contavi i secondi per la fine della scuola dei bambini (in Germania non si puó saltare un giorno di scuola per nessun motivo) per partire all’insegna dell’Italia, ovvero farsi quelle bellissime sedici ore di macchina tra neve, ghiaccio e qualche vomito improvviso dei bambini… Ma quest’anno saremo comodamente a casa vicino al fuoco con il sole della Basilicata che entra dalle finestre. Quindi ci tocca proprio fare il presepe e anche l’albero, se no “Babbo Natale non sa dove lasciare i regali” canta il nostro piccolo uccellino di sei anni 🤣
Ieri sera, dopo l’insistenza tartassante di Samuele “Quando facciamo l’albero? Quando facciamo l’albero? Quando facciamo l’albero? Quando facciamo l’albero? Quando facciamo l’albero?” finalmente ci siamo decisi ad andare giú in cantina, tirare fuori le bici, togliere un paio di scatoloni del trasloco di due anni fa mai aperti, per arrivare alle scatole dei pannolini francesi con su scritto “Noël”. Insomma ancora Natale, ancora quelle scatole, di nuovo Natale.
Non sono molto devota alla casa, non mi piace molto pensare all’arredamento, ai soprammobili carini. Per me la casa deve essere solo funzionale, quindi dentro casa nostra c’è uno stile minimalista (è in cantina che invece c’è IL mondo fra scarponi, sci, slitte di tutti i tipi neanche abitassimo in Alaska, tavole da surf di un metro, mille bici di ogni genere e per tutte le etá, valigie e scatole mai aperte dal primo trasloco di dodici anni fa). Mi sono decisa a comprare le tende dopo un anno e mezzo che abitiamo in questa casa e non le avevo mai comprate prima d’ora. Quando bisogna fare il presepe e fare l’albero mi sale il panico (!!!), mi sembra tanta roba in una stanza troppo piccola. Forse sono l’unica donna a viverla cosí, ma mi pesa realmente.
La veritá è piú profonda. La veritá è che mi pesa perché il Natale mi piomba addosso fra capo e collo perché sono persa in mille cose e non riesco a vivere un tempo cosí forte in cui fermarsi e lasciarsi stupire da una bellezza e un Amore sovraumano: Dio, l’assoluto, l’onnipotente, il creatore, che si fa uomo, piccolino, un cucciolo indifeso.
Non so voi, ma io sono sempre di corsa, presa dai viaggi, dai bambini, dal lavoro, dal sopportare Francesco, dalle file per i colloqui con gli insegnanti, che non mi fermo mai e perdo l’essenziale. Saró pure minimalista nello stile di casa, ma dentro invece ho una cantina disordinata e un vita da trottola che non si ferma mai.
Ancora Natale! Ancora questo Dio che non si è stancato di me, che mi faccio prendere da tutto e mi dimentico che l’unica cosa importante per me e per il tutto che mi gira intorno è prepararmi all’incontro con Lui. Ma che Dio è mai questo che invece di chiedere la vita te la dá Lui? un Dio che invece di chiederti di elevarti tu, si fa piccolo Lui purché ci incontriamo, purché hai una chance di ricevere il suo Amore. È da impazzire! Dio che ci cerca, che si fa uomo per diventare amico nostro e passare una serata insieme, per giocare con noi, per mangiare con noi, per ascoltarci, per piangere insieme, per dirci una parola di consolazione. Ma che Dio è mai questo?! Mai si è visto un Dio cosí, è assurdo!
Come ho fatto a perdermi anche quest’anno? Porca miseria, tutta la chiesa vive un momento di attesa cosí grande ed io persa dietro a mille cose anche sante, santissime, ma con il cuore nel fare e non a preparare il cuore al Signore che viene.
La veritá è che Dio viene sempre, ogni giorno, non solo fra una settimana, il 25 dicembre di ogni anno. Solo che noi pensiamo ad altro e per fortuna la chiesa ha provveduto a proporre quattro settimane di avvento ogni anno per rimetterci in carreggiata. Per me neanche quelle sono bastate purtroppo, il cuore è duro e distratto dalle cose di Dio e non, invece dovrebbe essere tutto di Dio e non dei suoi progetti. Alla fine è solo una questione di fermarsi e lasciarsi amare da Lui. Da questo nasce fare tutte le cose quotidiane con un fuoco dentro che brucia e non consuma. Quando invece non mi fermo e non mi lascio amare do’ me stessa ed è un fuoco che brucia tanto e consuma velocemente, mi sfinisce, a lungo andare solo mi svuota.
Adesso vado a fare il presepe con Francesco e i bambini e soprattutto, facendolo, voglio iniziare a prepare il cuore perché il Signore si fa vicino e voglio essere pronta ad incontrarLo, voglio stare con Lui, giocare con Lui, ascoltare i suoi consigli sapienti, essere consolata, insomma farmi voler bene.
Lo so che di solito sul blog scriviamo articoli pieni di speranza, di entusiasmo e di fede, ma questa volta invece volevamo condividere un pezzo di cammino storto, contorto, povero. Magari anche a voi capita la stessa cosa anche se sono sicura che il presepe e l’albero lo avete fatto da un mese!
Buona preparazione all’incontro con il Dio che si fa piccolino per noi!
Buon Natale da tutti noi di 5pani2pesci!
Alessandra
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