Ecco io faccio una cosa nuova

by Guest,
Ecco io faccio una cosa nuova

Oggi vi raccontiamo la storia di Antonia e Roberto. Non è una storia da colpi di scena, da colpi di fulmine o da mulino bianco, ma ha dello straordinario oltre misura perché guidata dalla Parola di Dio.

In tanti ci scrivono come fare ad avere una relazione solida, come costruire qualcosa di duraturo o come fare a mettere fondamenta che durino per sempre. Il segreto non è semplice perché la felicitá è un cammino di cui prendersi cura con le scelte di ogni giorno, ma è un segreto a cui tutti possono accedere. Non saprei come spiegarvi meglio cosa voglia dire vivere una vita con Cristo e un fidanzamento in tre… e quindi ci ha pensato Antonia raccontando la sua storia con Roberto.

Non posso peró non spoilerarvi due motivi per cui siamo ancora piú commossi nel leggere queste righe: questi due delinquenti si sono conosciuti ad un nostro corso mentre Antonia faceva parte dello staff e Roberto era venuto da Bologna fino a Roma per partecipare a “L’Amore Chiama”; e poi io (Ale) saró la testimone di nozze… ho spoilerato troppo mi sa, ma non sono riuscita a trattenermi perché sono troppo emozionata.

Adesso mettetevi comodi perché non vi resta che leggere questa storia e godervela tutta e poi date libero sfogo al ringraziamento a manetta per le meraviglie che solo Dio sa fare.

La Parola

Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose fin dalla mia giovinezza; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste, perché aveva molti beni. Mt 19,16-30

Se c’è una Parola che ritorna nel mio cammino prima del fidanzamento e adesso prematrimoniale è proprio quella del giovane ricco. Da quando sono arrivata ad Assisi qualche anno fa fino ad ora, mi sono sempre chiesta cosa avrei fatto io al posto di questo giovane. Da una parte mi sono sempre detta che un po’ lo capivo, che in fondo anche io avevo sempre fatto tutto quello che mi veniva chiesto “fin dalla mia giovinezza”, ma ancora qualcosa mi mancava. Solo adesso mi rendo conto quanto davvero questa Parola descriva proprio ciò che significa oggi per me entrare nella mia vocazione specifica, quella matrimoniale con Roberto.

Ci siamo conosciuti e fidanzati non proprio da giovanissimi: io avevo 36 anni e lui 46 ed ognuno di noi due aveva una personalità molto ben strutturata e tante certezze e ferite nel proprio “zaino di vita”. Proprio per questo devo dire che, anche grazie al contributo dei nostri caratteri totalmente opposti (per cui un giorno sono certa che batteremo una coppia di amici che vincono puntualmente il premio annuale “incompatibilità caratteriale”!), fra noi non è mai stato un idillio, fin dall’inizio. Eppure sentivo profondamente che il Signore aveva una Parola per noi due, l’aveva annotata distrattamente Roberto sul foglietto che mi diede con dietro il suo numero di cellulare quando ci salutavamo dopo un corso, con la speranza (almeno mia!) di risentirci ancora:

Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Isaia 43,18-19

Ricordo che, anni fa, quando col mio padre spirituale cercavo di comprendere quale fosse la mia chiamata specifica all’amore (se la consacrazione o la vita matrimoniale), c’era una frase di un libro che lui mi aveva dato da leggere che io proprio non capivo e che diceva più o meno così: “capirai che è la tua vocazione proprio quando ti porterà nel luogo in cui tu non vuoi andare”. Detta così non ci dormivo la notte e mi faceva molta paura…Mi ero quasi fatta l’idea che la mia felicità era da una parte ed il piano di Dio per me da tutt’altra. Solo qualche anno dopo avrei capito meglio…

Quando ho incontrato Roberto la mia vita era (ed è) piena di cose belle: come il giovane ricco avevo (ed ho) molti beni; mi ritrovavo ad essermi riappacificata con la mia famiglia dopo aver fatto i Dieci Comandamenti, ad essere stata single per un bel po’ e ad aver fatto pace con me stessa e con chi mi aveva tanto ferita. Avevo lavorato molto attraverso la psicoterapia per superare alcune ferite del passato e mi sentivo davvero serena. Avevo appena fatto un viaggio con un’amica e, al ritorno sentivo davvero di voler rendere grazie a Dio per tutti i doni di cui mi stava colmando; nel cuore avevo anche il desiderio di prendere in affido un bambino quando nella mia vita arrivava, improvvisamente, un invito di Roberto.

Mi piaceva tanto quell’uomo, aveva fatto un cammino verso il Signore molto simile al mio e così, dopo quel primo appuntamento e la sua proposta (una settimana dopo) di stare assieme, devo dire che ero davvero piena di mille aspettative su di lui e su noi due. Premetto che io ero sempre stata “la fidanzata dell’anno” nelle mie storie precedenti post adolescenziali: sempre io la buona, sempre io quella matura, quella che aveva lavorato su di sé facendo mille corsi/percorsi/cammini e dunque, cosa mai poteva esserci di così difficile per me in una relazione di coppia? Ormai i “bollini dei corsi” li avevo proprio tutti, avevamo persino letto gli stessi libri io e lui e conosciuto gli stessi frati! Nel giro di sei mesi, (ne ero certa!) avremmo capito magicamente “tutto” e, come nelle tante testimonianze che avevo ascoltato ad Assisi, avremmo deciso di sposarci e saremmo stati a nostra volta una di quelle “coppie da testimonianza” (come le chiamo io). Ahahahahahahah! Quante risate dovrà essersi fatto il Signore a scrutare i miei pensieri di quel periodo…Spesso l’ho immaginato lì a dire *“Ah Figlia mia, se fosse tutto così semplice, ma poi vedrai, vedrai…” *

E, devo dire, ne ho viste proprio tante… I nostri litigi non si sono fatti attendere molto, anche grazie ai 600 Km che ci separavano ed alle difficoltà di una storia a distanza. Io, romantica d’eccellenza, amante di sorprese, dichiarazioni plateali e gesti eclatanti mi ero messa insieme alla “quintessenza della riservatezza” (per essere generosa)… Eppure la Parola che avevo ricevuto durante la nostra prima conoscenza mi portava sempre avanti, non so esattamente il perché. “Ecco, faccio una cosa nuova” …Mi sembrava all’inizio solo una frase “romantico-spirituale”, la premessa di qualcosa di magico che sarebbe improvvisamente accaduto, ed invece è stato ed è proprio l’opposto: per fare “una cosa nuova” ciò che è vecchio deve, necessariamente morire, ma davvero non pensavo che a morire dovessi essere proprio io e che morire a se stessi e ai propri egoismi, alle proprie convinzioni e credenze costasse tanta fatica…

Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste, perché aveva molti beni.

Quante volte in questo cammino di fidanzamento mi sono trovata di fronte a questo bivio: “continuo o vado via?” e mi sono detta che, in fondo, io avevo davvero tanti beni e che la fatica di “lasciare tutto” per davvero, forse poi era troppo per me. Non sono fatta per l’amore, dicevo a me stessa, voglio solo stare in pace . Ed allora ecco che mi sono ritornate alla mente le parole di quei colloqui fatti anni fa col mio padre spirituale: “se volete stare in pace compratevi una bara e seppellitevi lì dentro sin da ora!” e poi le parole di quel libro: “capirai che è la tua vocazione proprio quando ti porterà nel luogo in cui tu non vuoi andare”. Io non volevo certo andare verso i litigi, né volevo mettere mano a certe mie ferite anzi: io quelle ferite le credevo proprio chiuse! Certo non mi andava di riprovare i miei attacchi di panico, (anche se ora sapevo gestirli rispetto a prima); non mi andava proprio di aprire ancora il mio cuore e di riprovare la paura di essere depredata di tutto, anzi: io quella paura non sapevo nemmeno di averla!! Avevo già lasciato il mio cuore senza “antivirus” una volta e ne era uscito distrutto in mille pezzi. Io davvero credevo di essere aperta all’Amore, sia a quello di Roberto che di Dio, ma in realtà non era affatto così…

Ecco, faccio una cosa nuova

Ecco, allora non sono io che faccio ma Tu Signore che fai una cosa nuova se io ti apro il mio cuore; ecco che Tu vuoi toccare me attraverso il mio futuro marito e quello che di lui così tanto mi infastidisce. Ecco Signore che, quando mi scaldo tanto perché lui mi ferisce in realtà sei Tu che vuoi aiutarmi a mettere mano a quelle ferite per sanarle.

Ecco Signore che Tu distruggi il mio orgoglio e, giorno dopo giorno, attraverso una diversità così enorme, mi insegni l’umiltà. Ecco Signore che Tu mi spogli delle mie certezze e mi spingi a cambiare e ad andare verso Roberto e, attraverso di lui, verso di Te.

«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».

E allora, questa volta, ho deciso di seguirTi Signore. Ho deciso di smettere di avere paura e di lasciare che tu, finalmente, faccia una cosa nuova con me e con NOI.

Grazie… con amore,

Antonia




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