Tutti noi che abbiamo alzato la mano dobbiamo anche sapere che seguiamo il dio sbagliato perché il nostro Dio di lavoro fa il Padre e non è Mago Merlino.
Mi rendo conto che in ogni mia preghiera c’è sempre la richiesta, di solito anche molto esplicita, che Dio cambi come per magia quella difficoltá o la elimini come se fosse la realtá al risveglio da un brutto sogno. Insomma, tutti vogliamo essere felici ma senza impegno, senza sforzo, mentre facciamo tutti i fatti nostri (cose buone per caritá!) ma senza Dio. Le nostre preghiere, almeno la maggior parte delle mie, sono monologhi interminabili con suggerimenti a Dio nei minimi dettagli di come dovrebbe intervenire e risolvere i miei casini esistenziali e pratici.
Dio non ti salva senza di te
“Che bella famiglia!”, “Beata te” oppure “Beati voi che avete tutto questo coraggio” e anche “Io lo chiedo a Dio di farmi capire il suo progetto, ma a me non lo dice…“ sono solo alcune delle frasi che piú mi demoralizzano alla fine di un corso o un incontro perché sembra che la vita di ognuno dipende dal caso e da quanto Dio ti ascolta. La prima buona notizia è che Dio non ha un orecchio selettivo e ascolta tutto e tutti. Dice il salmo:
Chi ha formato l’orecchio forse non sente? E chi fa plasmato l’occhio forse non vede? Salmo 93
Seconda buona notizia è che sei tu il primo responsabile della tua vita. Dice sempre il mio padre spirituale che “la prima provvidenza di Dio è il tuo cervello!”. Noi cristiani invece tendiamo molto a deresponsabilizzarci dicendo “Dio non puó salvarmi?!” oppure “Dio non basta? Perché devo fare questo e quello?”. Certo che Dio salva e lo fa oggi, come è certo che non lo fará mai senza di te. E non basta raccontarsela con la storia della disponibilitá all’agire di Dio! Bisogna mettersi in moto, fare i chilometri per incontrare il padre spirituale, spendere tutto il proprio tempo, le proprie energie, tutte le risorse, tutti gli interessi, mettersi in discussione, essere aperti anche alla cosa piú assurda, investire tutto tutto tutto, proprio tutto per capire il progetto di Dio.
La domanda che mi faccio io di solito è questa: “Ale, sei concentrata in mille cose oppure guardi al Signore?”. Con quello che sono e che faccio è chiaro che la mia giornata è piena di cose belle, buone e sante (giá sopportare mio marito e Rebecca che si sveglia di notte posso essere candidata al martirio!) ed è proprio questo il problema. Per fare cose buone e sante poi spesso mi perdo il focus e disperdo le mie energie in mille cose (in questo video lo spieghiamo meglio). Quelle volte invece in cui ho dato tutto per capire il progetto di Dio, poi l’ho capito… ma guarda! Mi sa che è vero che se pianti zucchine nascono zucchine e se spendi tutto per il progetto di Dio poi ti ritrovi a vivere il progetto di Dio nella tua vita e sei felice.
La felicitá non ha un’entrata trionfale
Appena vediamo una persona felice i più temerari cercano di imitarla facendo un copia e incolla. I meno temerari trovano delle scuse per giustificare quella felicità “perché a lei é andata bene” oppure “perché é stata fortunata ad incontrare quell’uomo lì, io non conosco proprio ragazzi che fanno al caso mio”.
Cerchiamo la felicitá senza impegno. Quella felicitá che arriva sul cavallo bianco mentre facciamo la spesa (quello è Napoleone, la felicitá non ha un’entrata trionfale!). Tutti vogliono godere del panorama ma senza salire in cima alla montagna.
Mi piace molto andare in montagna e, in generale, vivere immersa nella natura incontaminata ma non sarebbe lo stesso se lo facessi in auto. Ci sono posti spettacolari che si possono raggiungere facilmente con la macchina, ma la bellezza più grande in realtà è il cammino. Nonostante la fatica e le cadute, le sviste e le strade sbagliate intraprese, é il cammino stesso che ti fa già gustare la bellezza che cerchi.
Vedo tantissime persone andare in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Certo, ci potrebbero arrivare con un comodo aereo o in treno. Spenderebbero anche meno! Ma tutti ci vanno a piedi, chilometro dopo chilometro. Ad ogni passo ci si nutre di quella bellezza per cui ci si era messi in cammino.
La felicitá dipende da quanto vivi il progetto di Dio
Io ho una vita meravigliosa, felice a pieni polmoni, ma solo perché è un cammino costante insieme con Dio. Leggendo il nostro blog si potrebbe pensare che siamo felici perché abbiamo una famiglia molto bella o perché abbiamo quattro figli, ma vi garantisco che non é questo il punto. Ho attraversato momenti molto bui nella mia vita e anche di recente. A volte in quei momenti il buio è totale e avere una bella famiglia non é garanzia di nulla, anzi puó essere un peso ulteriore da portare in quei momenti.
Altro inganno è pensare che essendo credenti saremo felici….NI. Dio non ci toglie le difficoltà e le salite ma le fa con noi. Se credi in Dio non sei immune da una malattia o dalla solitudine.La felicità non dipende da quello che ci succede nella vita, ma da come noi usiamo quello che ci accade.
Noi chiediamo a Dio di sconfiggere la paura, il fallimento, la delusione e facciamo bene. Dio risponde che lo vuole fare, ma non da mago Merlino, ma da Padre, tenendomi la mano e dandomi la spintarella per rimanere in equilibrio mentre pedalo per la prima volta.
La felicitá senza impegno non esiste e non è questione di sforzo, ma di lasciarsi amare e mettersi in cammino. Un passo dopo l’altro, una curva dopo l’altra, una salita dopo l’altra, si arriva piano piano verso la meta che è l’incontro profondo con Dio (non è sposarti!! Non è realizzarti in qualcosa!!! Non è guarire da una malattia!!).
Per te cos’è la felicitá? Cosa cerchi tu dalla vita? Cosa desidera il cuore? Ti spoilero una cosa: se stai cercando di sposarti o stai puntando ad andare in Nicaragua a servire i poveri per essere felice sappi che non troverai nessuna felicitá. Quante persone sposate conosci felici perché sono sposate? Non dipende da quello e te lo dice una scema che è sposata da tanti anni. La mia felicitá non dipende dal mio matrimonio, ma dal fatto che questo matrimonio è il progetto di Dio per me. Non avevo mai pensato di sposarmi ma aprirsi alla volontá di Dio vuol dire essere aperti a tutto, anche a fare la strada che proprio non immaginavo e che sembrava decisamente di serie B. Per capirlo non basta dire quello che desidero io, quello è il MIO progetto, non quello di Dio! Bisogna invece fare un discernimento, anni di cammino con una guida spirituale, anni di percorso personale oltre a quello del gruppo di preghiera, anni in cui ti metti in discussione e apri il cuore. Per meno di questo non ti illudere, è solo accontentarsi, non è felicitá.
Punta in alto e lascia fare a Chi ti ha pensato da sempre.
chi ti ha fatto sa bene cosa vuole fare di te S. Agostino
Se lasci fare a Lui, ti apri completamente e hai come unico obiettivo la relazione con Dio e il suo progetto su di te, allora vedrai cose incredibili, imbarazzanti a raccontare da quanto sono belle, una gioia esplosiva per te e chi ti incontra, diventerai un uomo/una donna maturo e un uomo sapiente. Dire che ne vale la pena è poco. Dire che devi puntare tutto su questo invece è banale.
Allora daje! Se beccamo in salita puzzolenti di sudore e con un sorriso di vita piena.
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