Sei fatto per la cosa più bella

by Ruvido,
Sei fatto per la cosa più bella

Passeggiare la mattina dà una ebbrezza tutta speciale. Quando è presto, la fragranza dell’aria è ancora quella dell’alba, fresca, pulita, che sa di qualcosa di bello e di pulito.

I passi lenti uno dopo l’altro, aiutano a scandire i pensieri, ed un sentimento di coraggio pervade l’anima. Il colore della luce, ancora così caldo, che presagisce una bella giornata, fanno nascere un sorriso, un pensiero bello.

Sentirsi amati dà questa sensazione. Totale accoglienza, felice compagnia, dolce correzione. Rinsalda il cammino, lo rende più sicuro perché nel cuore abita la certezza del Suo sguardo, del Suo supporto. Mi rende capace di guardare all’orizzonte con fiducia e speranza anche se le difficoltà e la stanchezza possono essere grandi.

Una cosa che ho capito è che il Vangelo si vive. Se ne fa esperienza, si sperimenta sulla propria pelle. La Parola interroga la coscienza e la rimette in moto in un momento di stasi, la conferma nelle scelte di fede e ci dà tutti gli elementi per conoscere il Padre. La Parola rimane muta quando la “accogliamo” ad un livello teorico e astratto, ma ti stravolge la vita —ha stravolto sicuramente la mia— quando entra nelle scelte concrete di vita.

Nel cuore di Dio

Io ed Alessandra sulla Parola abbiamo messo le fondamenta della nostra relazione, sulla Parola siamo partiti per l’Europa per tanti anni e sulla Parola è partito questo progetto. Capita che ci dicano che le nostre scelte sono coraggiose (e forse dall’esterno possono apparire tali) ma a riguardare la mia vita, ho sempre agito seguendo una esigenza. L’esigenza della parte migliore, dell’adesione al Vangelo, che è pura verità sulla nostra vita. Lo straordinario nasce quando la Parola mette in crisi il tuo mondo. Lo interroga. Ne chiede verità.

Per molti anni un Vangelo mi ha puntellato il cuore. Mi chiedeva verità. Ogni volta che la ascoltavo, mi obbligava a riguardare la mia vita alla sua luce.

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? Mt6,26

A quel tempo lavoravo come ricercatore ed insegnavo all’università. Di fronte a questa Parola la mia vita era quanto di meno evangelico esistesse. Il Signore parla di non preoccuparsi, ed io ero tutto nell’affanno. Dice di affidarsi, ed io ero tutto occupato nel risolvere la mia situazione da solo (precari di tutto il mondo vi torna?). Parla da Padre, instillando fiducia a noi che siamo suoi figli, rinnovando il suo pensiero prioritario per noi (“… non contate forse più di loro?”).

Certo non incarnavo questo Vangelo nel mio quotidiano da ricercatore all’università … io mi facevo semplicemente un gran mazzo! Altro che non seminare! Lavoravo molto, sempre a cercare di arrangiarmi, compromessi, e tutto il resto! Sempre nella preoccupazione di non farcela. Sempre con la domanda di che sarà il domani. Sempre nervoso e mai nella pace, in continua agitazione.

La cosa più bella

Finché un giorno ho intuito che si poteva dire di no. Non era questa la vita che volevo. Non mi ero sposato sulla fiducia del Vangelo, per poi fare la vita del criceto. Che differenza c’era tra me, che avevo impostato la mia vita sul Vangelo, e chi aveva basato la propria vita su se stesso, i soldi o la carriera?

Nessuna.

In affanno erano loro, in affanno ero io.

Ho incominciato ad alzare la testa e a credere che non ero più io a dovermi salvare la vita. Ma che la vita è nella mani di qualcun’altro, che è Padre di Misericordia. Ho incominciato ad alzare la testa per desiderare. Non semplicemente trascinare la cariola, ma incominciare a domandarmi, cosa fossi chiamato ad essere. Che tipo di uomo, che tipo di marito, che tipo di padre. Lì nel luogo in cui mi trovavo, nella condizione in cui stavamo.

Quando stai nei casini, incomincia dai desideri! Non un capriccio, non una cosa piccola. Pensa in grande, alza lo sguardo: cosa vuoi fare della tua vita? La cosa che ho scoperto è che non ci sono risposte a questa domanda, ma piuttosto una lenta e graduale salita verso quel Progetto di felicità. Non è una scelta secca: “voglio diventare il primo medico intergalattico”. Ma piuttosto un confronto quotidiano con la propria coscienza —che è voce di Dio— su ciò che ritieni giusto, vero, degno di stima, ammirabile o piuttosto brutto, riprovevole e cattivo.

Una scelta per volta.

Un compromesso in meno per volta.

Incomincia a pregare

Smettendo di fare le cose per paura di o per prevenzione, o perché “se no cosa dice il capo” ma piuttosto per amore di, tutto cambia. Prendere le piccole scelte quotidiane per amore di mia moglie, per amore dei miei figli, per amore ai fratelli, apre la strada alle scelte più grandi.

Una scelta per volta, con lo sguardo fisso su di Lui, il rapporto con Dio si approfondisce. Ho incominciato a pregare perché il Signore passando non mi lasciasse come ero, ma che, entrando nella mia vita, la cambiasse secondo il Suo Progetto. Una preghiera quotidiana —del cuore— che incessantemente saliva al cielo. Mentre apparentemente non cambiava nulla (Dio non fa il mago Merlino!), stava cambiando tutto. La mia coscienza immatura, si andava formando alla forgia della preghiera. E quando è stato il momento, ero pronto.

Ero pronto per partire, per dare il mio Si. Che alla fine è il si al progetto di Dio che —vedi un po’— è assolutamente la cosa più bella che potessi fare della mia vita, aldilà di ogni possibile desiderio che avessi potuto formulare.

Questa è la nostra vita, accogliere il Suo invito «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò» (Mc6,31). Ecco la nostra chiamata, venire in disparte con Lui, stare con Lui. La cosa più emozionante per me, è che questa chiamata, non è un invito della domenica, un evento particolare, ma uno stato di base. Una condizione necessaria per poi mettersi in moto per tutto il resto. Il punto di partenza e non di arrivo.

Ne costituì dodici che stessero con lui Mc 3,14

Che stessero con Lui. E poi anche per inviarli, continua il Vangelo.

Questo ho capito.

Abbandonare il campo ed incominciare a scegliere seguendo la cosa più bella. Una provvidenza che assolutamente non è uno sbracarsi al sole aspettando che piovano polpette —Chi non vuol lavorare neppure mangi! (2Ts3,10)— ma un atto di fiducia a chi sa bene cosa è il meglio per la tua vita.

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Mt6,33

E quindi ora ho il lavoro fisso e ben pagato? La casa di proprietà? E quindi ora passo 300 giorni all’anno in spiaggia? No di certo! Lo stipendio è molto più basso! La precarietà è aumentata! E quest’anno non mi sono fatto neanche un giorno di mare!

Eppure è arrivata la Pace. La Fiducia. La Gioia. Lavoro tutto il giorno, viaggio tantissimo e la sera prima delle 10.00 sono un cadavere. Tutto questo lavoro e questa fatica però invece di togliere energie, me ne danno sempre di più. È un fuoco che arde e non si consuma perchè è una fatica piena, una stanchezza benedetta, una gioia profonda.




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