La risposta l’ho trovata guardando la vita di mia nonna, la storia di una donna di campagna di un piccolo posto selvaggio e dimenticato della Basilicata. Qui, in questo luogo primitivo e arretrato, dove il fuoco del camino scalda le case e i falchi dominano le valli, si trovano storie preziose di uomini e donne che nel segreto spendono la loro vita per l’altro. Qui si può conoscere la santità nel segreto di una casa umile e piena di dignità.
Fra questi c’è mia nonna, una donna fedele fino in fondo a quelle parole pronunciate davanti a Dio e agli uomini: “Ti sarò fedele sempre, nella gioia e nel dolore…“. Il loro è un matrimonio segnato da ferite profonde, umiliazioni, povertà e benessere, ricchezza di figli e calore umano che solo le famiglie allargate del sud sanno dimostrare. Allo stesso tempo, anni e anni segnati dal dolore di una famiglia spaccata dal peccato e dall’orgoglio di non saper tornare indietro.
Ho visto piangere mia nonna per anni. Tutti, me compresa, le abbiamo sempre chiesto perché, perché non mollava, perché ostinarsi ad amare qualcuno che rifiuta esplicitamente l’amore. Non mi sembrava giusto, non mi sembrava umano. Come si può portare il peso quotidiano di tanto dolore? Che senso ha accettare l’umiliazione? Perché? Perché?
Una volta ero in campagna da sola con lei: “Ma perché lo fai? Anche tu hai diritto ad essere felice e a liberarti da questo dolore” le dicevo io piena della mia saccenza e superbia di chi pensa di sapere quello che è —chiaramente— il bene per gli altri. Con umiltà mi disse:
Io ho promesso un giorno davanti a Dio che gli sarei stata fedele sempre, nella gioia e nel dolore. Lui sta venendo meno al suo patto con me e con Dio, ma questo non è un motivo valido perchè io faccia lo stesso. Io sarò fedele e continuerò a fare il mio dovere di moglie.
Senza parole.
Lo so che adesso tutti penserete a molte situazioni del genere e che sia assurdo tutto questo. Anch’io lo penso! il matrimonio è una cosa assurda a volte. Con questo non sto dicendo che tutte le persone che si trovano in situazioni simili devono seguire l’esempio di mia nonna; ogni storia è unica e ogni situazione è complessa e particolare. Ognuno, nel profondo della propria anima, nel profondo della coscienza, luogo dell’incontro della nostra umanità con la grandezza di Dio, sa quale strada deve seguire per rispondere alla propria vocazione. Per mia nonna la strada è questa, una strada estremamente dura ed estremamente edificante per chi le sta intorno. Una storia che testimonia nel silenzio cosa sia il matrimonio e la fedeltà ad esso. Questo è un amore crocifisso ed estremamente gratuito, questa è la forma d’amore più alta, che seppur faccia fatica ad entrare nella mia testa, ne intuisco la bellezza.
Dio ci ha fatti unici e fichissimi e questo vuol dire che ognuno di noi ha un percorso unico da compiere che passa per strade inaspettate. Negli anni ho imparato che Dio è davvero buono. Questa frase l’ho imparata dalla voce di Chiara Corbella mentre moriva di tumore a 28 anni con un figlio appena nato. Se lo dice lei, io ci credo. Anche prove simili sono la dimostrazione che Dio è buono anche se sembra un grandissimo paradosso. Il fine della nostra vita è l’incontro con Lui e non essere felici modellobeautyfarm. La felicità è la conseguenza di un amore ordinato che si riceve nella relazione con Dio. Guarda san Francesco, un ragazzo ambizioso, legato al mito del benessere, alle belle donne e ai soldi, per arrivare all’incontro con Dio è dovuto passare per Madonna Povertà. Vivere per strada con i lebbrosi, scalzo, con un sacco addosso non sarà stato proprio facile, ma attraverso tanta privazione e sofferenza ha trovato Dio. Per lui era necessario tutto questo per arrivare all’incontro con Lui.
Mi auguro di non passare da prove tanto grandi! So però che la chiamata al matrimonio può passare anche da storie come questa e che ogni cosa, se fatta nel Signore, ci santifica e ci eleva dalla nostra superficialità.
Buon cammino a tutti.
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