In questo ultimo periodo ci contattano spesso giornali e televisioni per interviste. La cosa ci fa super piacere chiaramente, ma c’è spesso una difficoltá iniziale: l’idea della famiglia fantastica. Questo entra in grande contrasto con l’opinione dei vicini di casa e dei nostri amici, oltre che con la realtá. Ho come l’impressione che tutti cerchiamo la ricetta di un amore romantico a tutti i costi, di un innamoramento folgorante almeno iniziale.
Di solito quello che ho sempre sentito in giro tra le amiche, in parrocchia, in televisione o per strada è sempre questa immagine di coppie che partono a mille e, con il passare degli anni, arrivano a dieci all’ora quando va bene e non si separano. Ogni volta che ci chiedono di raccontare la nostra storia quasi mi sento a disagio. Per noi è diverso. Noi siamo partiti a dieci all’ora e prendiamo, piano piano, tra qualche brusca buca e qualche lavoro in corso, sempre piú velocitá. Tutti mi dicevano che con il passare degli anni, soprattutto dopo il matrimonio, tutto sarebbe cambiato, forse lentamente, ma poi “si perde quel desiderio di stare insieme, di cercarsi, si affievolisce la passione; vedrai che fatica sará sopportarlo!” mi dicevano. Sull’ultimo punto, “vedrai che fatica sopportarlo!” devo dire che non si sbagliavano, ma su tutto il resto invece la nostra storia mi pare un amore al contrario.
L’amore se non cresce muore
Padre Giovanni nel fidanzamento ci ripeteva sempre questa frase: “l’Amore se non cresce muore”. Insomma non si campa di rendita. Non si puó dormire a sette cuscini pensando che un giorno, enne anni fa, ci siamo innamorati e quindi andrá bene perché tra di noi è scoppiato l’amore. Questo dura finché dura o fino a quando non scopri che tuo marito ti tradisce.
Per noi la partenza del nostro fidanzamento è stata un po’ incasinata. Provavo profonda stima per Francesco dal giorno in cui l’ho conosciuto. Anche fisicamente non mi dispiaceva affatto (è un grandissimo figo!), peró ero molto focalizzata sul capire se ero chiamata ad una vita consacrata e questa era la mia urgente prioritá. Mi dispiace dirlo, ma per me iniziare una storia con Francesco era la mia prova del nove per dimostrare a me stessa e a padre Giovanni che potevo entrare in convento.
Dopo qualche mese di esplicito corteggiamento da parte di Francesco decidiamo di incontrarci a Roma. Finalmente una sera, dopo una bellissima passeggiata in centro con quell’atmosfera fresca di inizio settembre, ci diamo un indimenticabile bacio. MA giá il giorno dopo Francesco pensa di aver fatto la cavolata a mettersi insieme ad una “ragazzina di diciassette anni” e vuole lasciarmi. A fermarlo è il vangelo del giorno che ascoltiamo andando a messa un po’ tristerelli:
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».Lc 5, 4-5
Ricordo la nostra prima telefonata da fidanzati. Francesco viveva a Zurigo, in Svizzera, ed io in Basilicata. Dopo pochi giorni da quel primo bacio indimenticabile e da quel vangelo fortissimo io gli dico: “Voglio essere sincera con te. Non ti illudere troppo di questa storia perché nel cuore ho il desiderio grande di consacrarmi”. Ricordo benissimo quegli attimi di silenzio di Francesco tipici di chi ha appena preso una tranvata tra capo e collo. Povero il mio ruvido! Insomma potete capire che grande innamoramento iniziale abbiamo vissuto. Piú che farfalle nello stomaco c’erano bruchi mangia tutto.
Riscelgo te come mio sposo
Sembra un po’ da sfigati. Agli occhi di tutti e anche agli occhi miei sembrava aver saltato una tappa bella. Ma siamo sicuri che ci si puó innamorare solo e per forza all’inizio di una storia? Bisogna partire per forza da questo punto? Perché io sto vivendo un grande innamoramento dopo anni di matrimonio, tre figli e una in arrivo, sei traslochi, quattro nazioni, tre lingue nuove imparate e tante crisi tragiche ed estenuanti. Sará un amore al contrario il nostro o forse semplicemente un amore che cresce con il tempo un passo alla volta?
Per me l’innamoramento sta nascendo dalla fatica di aver riscelto Francesco. Mi spiego meglio: ci siamo sposati tredici anni e mezzo fa quando io avevo vent’anni; oggi ne ho trentaquattro. Oggi non sono la stessa persona di allora. Oggi sono una donna e non piú una ragazzina. È stato necessario, e per niente scontato, riscegliere l’uomo che mi sta accanto. Questa volta la scelta è stata piú consapevole, piú matura e piú rischiosa perché giá all’interno di un matrimonio, con dei figli e delle responsabilitá. Questa riscelta ha innescato un innamoramento nuovo mai provato, una libertá nuova, una gioia profonda. È stato un passo rischiosissimo pormi questa domanda, ma obbligato per vivere in veritá la nostra relazione.
Forse noi due siamo sempre un po’ al contrario e di questo spesso ne portiamo il peso, ma riguardo a questo punto, riguardo all’amore, invece è bello essere al contrario. È bello vedere come si cresce nell’amore, ci si rinnamora, ci si corteggia nuovamente e si ha sempre di piú il desiderio di stare insieme. Non è qualcosa di idilliaco perché mio marito rompe e rompe veramente, come rompe lui nessuno. È solo il risultato di un continuo camminare, di non arrendersi ai lavori in corso e alle buche burrascose, è un’intimitá costruita passo dopo passo e che non è stata quasi mai spontanea e immediata.
Per me le coppie belle sono quelle che lottano a denti stretti e non si arrendono mai, quelle coppie che si vede che sono acciaccate, ma non mollano l’obiettivo di vivere una vita piena con l’altro. Sono coppie che vanno avanti a suon di perdono, di discussioni interminabili, perdite di sonno e ginocchia piegate davanti a Dio. Di coppie cosí e di coppie al contrario ne conosciamo tante. Se le avessi conosciute prima credo che la mia idea di matrimonio sarebbe stata da sempre un’idea felice. Oggi sono qui a raccontare una storia tra tante storie sudate e felici.
Non mi resta che augurarvi di innamorarvi al contrario e di ascoltare le vostre storie.
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